Tenersi in tasca, ripiegata, una piccola mappa dell’Universo. Giocare a costruirlo. Questo è il fascino che, nei secoli, ha ispirato tante menti, tante ingegnose fantasie. Cercare e lavorare, anche duramente, a lume di candela, per rispondere alla domanda: quali sono e quanti sono gli elementi che fanno il nostro mondo? Questa materia che ho davanti è un elemento o un insieme di elementi? L’acqua è un elemento? L’aria è un elemento, come dicevano gli antichi? Quanto lavoro per isolare una lista di elementi, a partire dai metalli conosciuti dall’antichità, puri qualche rara volta oppure, per lo più, fatti colare dalle pietre - quando si migliorava la tecnica per raggiungere temperature sempre più alte nei forni. Nel 1700 la lista del grande chimico Lavoisier include una trentina di elementi, ma il suo lavoro si interrompe, causa decapitazione. Altri dopo di lui verranno posseduti da quella stessa curiosità, impertinente e bruciante: quali e quanti elementi fanno il nostro mondo? La lista si allunga, si riescono a isolare nuovi elementi dai composti che li racchiudono. Ognuno di essi rivela una personalità unica, però alcuni tratti ricorrono – a gruppi. Ci sono elementi che subito si riscaldano e subito si raffreddano, ci sono altri che lentamente si riscaldano ma trattengono il colore più a lungo; ci sono elementi che, a contatto con l’acqua, o semplicemente con l’aria, prendono fuoco o addirittura esplodono; ci sono altri che invece rimangono pigri, indolenti, inerti. Più la lista degli elementi si allunga e più si cerca un ordine, un principio che organizzi l’esistente, che renda conto delle caratteristiche comuni. Sono in diversi a cimentarsi ma intorno agli anni ’60 del 1800 uno scienziato russo, Mendeleev, ci arriva più vicino: nasce la Tavola Periodica degli Elementi. Periodica - perché gli elementi vengono scritti in un ordine che ne evidenzia le similarità, come le rime di una filastrocca.
Ci saranno tante altre tappe, come la comprensione che gli elementi di altro non sono fatti che di atomi, atomi diversi. Poi arriverà un giorno in cui si comincerà a capire come questi atomi sono fatti. Si capirà che proprio ‘atomi’ non sono, anche se la parola stessa, creata dagli antichi, voleva dire ‘indivisibili’. No, anche loro sono a loro volta divisibili, costituiti da particelle. Siamo ormai nella prima parte del 1900 e la seconda parte del secolo ci regalerà la comprensione che anche queste particelle – i protoni, gli elettroni, i neutroni – sono a loro volta costituite da ulteriori particelle. E sì, il 1900 ci farà anche comprendere che gli elementi che costituiscono la nostra Terra sono gli stessi che si trovano negli altri pianeti e sulle stelle. Tutta la materia visibile dell’Universo è costituita da questo centinaio di elementi.
Come un intricato e profondissimo gioco del Lego in cui ogni mattoncino, ben guardato, è composto da altri mattoncini che rivelano altri mattoncini. E vuoto, tanto vuoto.
La mappa che tenevamo ripiegata in tasca non è più solo la mappa per decifrare la nostra Terra ma diventa quella dell’Universo. Quello visibile, almeno. Del resto, non sappiamo ancora. Ma ancora le menti umane vengono abitate da curiosità e meraviglia e mille nuove domande si affacciano.
Oggi la parola CHIMICA non gode più di quel rispetto che suscitava solo alcuni decenni fa. In un’ebbrezza di sintesi degli elementi scoperti, troppe sostanze sono state prodotte che si sono rivelate poi dannose per l’ambiente e per la vita. Troppa furia creatrice, E oggi il passo della ricerca deve farsi più cauto, più attento agli effetti sull’ambiente. Eppure, sarà ancora lo studio della chimica – accompagnato dalla fisica, dalla biologia e da tante altre discipline – ad aprire un cammino umano più rispettoso dell’ambiente. La chimica è lo strumento da affinare, neutro di per sé; sono la volontà e l’intenzione umana che devono orientarlo in modo benefico.
Sarebbe bello che bambine e bambini potessero tornare presto a dire, con lo sberluccichio negli occhi: “Da grande voglio studiare chimica”, senza timore che la materia risulti loro astrusa, troppo difficile da capire. Ma soprattutto senza timore di danneggiare il mondo, anzi, con la speranza e la volontà di migliorarlo.
Alle bambine e ai bambini che saranno i cittadini di domani è dedicata questa piccola favola, “Favola del Lego Universale”, la prima piccola mappa dell’Universo.
Nella pagina "Audioracconti" è possibile ascoltarla dalla voce calda di Samayo. Munitevi di matite colorate!