A sinistra c’è lo scheletro di un moderno scimpanzé, il nostro parente più vicino. Al centro c’è un Australopitheco, a destra un uomo moderno. Guarda i piedi di ciascuno: nello scimpanzè sono più adatti ad arrampicarsi sugli alberi che a camminare; in australopitheco le dita diventano più piatte e dritte, sebbene l’alluce ancora sporga un pochino in fuori; nell’uomo moderno le dita dei piedi sono tutte parallele,compreso l’alluce. Guarda ora le gambe e le braccia. Lo scimpanzé ha braccia lunghe e gambe corte, adatte ad un animale che non cammina molto e, quando lo fa, si appoggia sulle nocche delle mani, infatti osserva le manone. Australopitheco si è invece slanciato in alto: le sue gambe sono più lunghe e le braccia si sono accorciate. E guarda anche il bacino di Australopitheco: ha la forma di una farfalla. Si è allargato e così può reggere i forti muscoli dei glutei, che servono a stare in piedi. L’uomo moderno ha gambe ancora più lunghe e braccia più corte, un torace meno allargato, un lungo collo al cui interno trovano posto quelle piccole ossa e cartilagini che rendono possibile la modulazione della voce. Lo scheletro di Homo è lo scheletro di una specie camminatrice e parlante.
Fonte: sito del Natural History Museum NHM http://www.nhm.ac.uk/discover/how-we-became-human.html